Le dune molisane e la loro stupenda vegetazione
Avete mai visto i fiori sulla sabbia? È questo lo spettacolo che mi si è presentato davanti agli occhi la prima volta che sono andata sulle dune di Campomarino e Petacciato.
23 Settembre 2020 | di Redazione Lifemaestrale
Questi ambienti ospitano una grande varietà di comunità vegetali e animali in territori molto ristretti, compresi tra mare e terra. Le condizioni di vita molto difficili (vento, sale e substrato instabile) fanno sì che vi possano vivere solo animali e piante altamente specializzati, spesso esclusivi di questi habitat. Le dune sabbiose forniscono, inoltre, anche importanti servizi ecosistemici, quali la protezione delle aree retrodunali dagli effetti del vento e del sale, il controllo dell'erosione costiera, l'attrattività turistica legata alla balneazione e altre attività ricreative. Purtroppo le coste sabbiose del Mediterraneo sono ambienti estremamente vulnerabili e minacciati sia dall'erosione marina che dalla crescente pressione antropica. Questi fattori, insieme al continuo calpestio e alla costruzione di grandi stabilimenti balneari, provocano nel tempo la riduzione e/o la scomparsa di molti habitat di questo tipo, con conseguenze negative sia sulla biodiversità che sul benessere umano. Una duna degradata perde la capacità di proteggere le aree interne dal vento e dalla salsedine e di mitigare gli eventi climatici estremi, oltre a essere poco attraente per i turisti.
In Molise sono presenti ampie estensioni di aree dunali ancora ben conservate e per questo motivo la Comunità Europea ha istituito tre Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.), che fanno parte della Rete europea Natura 2000, e finanziato la loro tutela attraverso il progetto europeo Life Maestrale. In questo articolo voglio raccontarvi di alcune piante che crescono in questi ambienti, di come riescano ad adattarsi a questo particolare territorio, a volte estremo, e come ognuna si sia altamente specializzata occupando uno spazio specifico, come mostra il transetto di vegetazione (disegno in alto). La prima zona, detta Cakileto, è quella più prossima alla battigia e, perciò, maggiormente esposta alla salsedine e ai venti; la specie che dà il nome a quest'area è il Ravastrello marittimo una piccola pianta grassa che resiste in prima linea e protegge i suoi semi in un involucro così duro da riuscire anche a essere trasportato lontano dal vento e dalle onde del mare. La seconda fascia è quella dell'Elymeto, che prende il nome dalla Gramigna delle spiagge, una graminacea dall'aspetto molto aperto e rado, caratterizzata dalla presenza quasi costante di poche altre specie dunali. L'adattamento a questi ambienti ostili ha portato, ad esempio, l'Achillea marittima ad avere un bellissimo colore argenteo per riflettere i raggi solari e proteggersi da essi mentre, nel periodo della fioritura, mostra dei piccolissimi fiori gialli. Il Finocchio litorale spinoso, invece, ha fiori bianchi in grosse corolle e ha ridotto al massimo l'estensione delle sue foglie, tanto da sembrare quasi spine; questo gli permette di ridurre l'evapotraspirazione (per riuscire a trattenere più acqua) e proteggersi dal clima arido. Proseguendo verso l'interno, le dune embrionali mobili si fanno più consistenti. La specie più caratteristica e tipica della zona dell'Ammofileto è una poacea perenne, la Sparto meridionale, che con le sue radici notevoli, sia per la loro estensione che per le proprietà meccaniche, fissa la sabbia e contribuisce a dare origine a queste strutture geomorfologiche.
La composizione floristica tipica di questo ecosistema comprende anche altre varietà di piante. Tra queste, il Vilucchio marittimo mi ha sempre affascinato. Cresce rasoterra e i suoi boccioli sono posizionati ad altezze diverse per assicurarsi la fioritura; il vento, spostando la sabbia, ne espone i boccioli. La Calcatreppola marittima, dagli incantevoli fiori di colore viola lucente, per contrastare l'evapotraspirazione ha foglie durissime. La più delicata di tutte è l'Euforbia marittima: il suo piccolissimo fiore è protetto da foglioline che formano una coppa nella quale la mattina è possibile osservare una goccia di rugiada che ''innaffia'' l'inflorescenza. Dietro le prime dune mobili, stabilizzate dallo Sparto meridionale, si crea una zona riparata con rilievi più modesti dove il substrato è ancora sabbioso ma con una certa componente di materia organica che li rende più compatti. Qui si formano i pratelli retrodunali dove crescono piante come la Silene colorata, che esibiscono bellissime infiorescenze. La pianta più spettacolare di quest'area è il Verbasco del Gargano, endemico dell'Italia centro-meridionale. I suoi fiori gialli, che si arrampicano verso il cielo, rendono queste aree davvero magiche. A volte nelle piccole valli poste fra i cordoni litorali (zone sabbiose) si sviluppano delle depressioni dove l'accumulo di materiale fine rende impermeabile il suolo e fa sì che si formino dei laghetti retrodunali.
A Campomarino Lido questa zona umida retrodunale si trova a nord del centro abitato, prima del fiume Biferno; quest'area si tinge di rosa durante la fioritura, che avviene nonostante l'elevata salinità dell'acqua. Infine, la vegetazione dei litorali sabbiosi raggiunge la sua forma più complessa ospitando specie arbustivo-arboree sempreverdi: la profumata macchia mediterranea. A Campomarino è presente la stazione più a nord del Ginepro coccolone, Juniperus oxycedrus subsp. Macrocarpa, il cui habitat ha ricevuto protezione europea prioritaria (Direttiva 92/43/EEC). In quest'area si possono osservare molte altre specie oltre alla bellissima fioritura dei Cisti, cresciuti dopo (e grazie) a un grande incendio che ha investito l'area nel 2007. Sono piante, infatti, i cui semi si attivano con le alte temperature.
Sara Fusco Responsabile azioni naturalistiche del progetto Life Maestrale LIFEMAESTRALE.EU
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